Che cos’è? La metaldeide, o anche comunemente chiamata lumachina, è un prodotto chimico che si presenta tipicamente sotto forma di granuli azzurro-verdastre. Tali esche sono tossiche sia nel caso vengano ingerite, sia tramite contatto con la pelle.
Come si manifesta L’effetto della metaldeide è rapido e si manifesta in circa 2 ore. In seguito all’accidentale assunzione del prodotto si osservano spasmi muscolari, contrazioni tonico-cloniche, convulsioni, opistotono (irrigidimento con iperestensione del capo e della colonna), ipersalivazione, midriasi (pupille dilatate), tachicardia (aumento della frequenza cardiaca), tachipnea (aumento della frequenza respiratoria), congestione o pallore delle mucose. Altri elementi caratterizzanti l’assunzione di metaldeide sono la diarrea dal tipico colore verdastro, il vomito dal caratteristico odore di acetaldeide e la grave ipertermia (42-43 C°). La diagnosi si effettua tramite accurata raccolta anamnestica, la sintomatologia presente e gli esami da laboratorio.
Cosa fare L’avvelenamento da metaldeide è una situazione d’emergenza che richiede l’immediato ricovero presso una struttura veterinaria. Ai fini prognostici, infatti, risulta fondamentale iniziare la terapia il più precocemente possibile.
Non esiste alcun antidoto preciso per il trattammento degli avvelenamenti da lumachicidi.
Come in ogni emergenza tossicologica sarà importante assicurarsi che le funzioni vitali dell’animale siano conservate. Per il controllo delle crisi convulsive si somministrano sedativi, oppure nei casi più gravi si induce il paziente in anestesia generale. Una volta stabilizzato l’animale, saranno prestate cure mediche di supporto, scelte in base agli esami di laboratorio effettuate e mirate per lo più a limitare le gravi conseguenze che la metaldeide può avere a livello epatico (cirrosi, insufficienza epatica) e renale (insufficienza renale).
La prognosi è strettamente legata allo stato clinico dell’animale e alla rapidità d’intervento ma risulta generalmente buona negli animali che sopravvivono 24 ore dall’assunzione del tossico.